I
primi anni (New York 1890-1921)
Man Ray,
al
secolo Emmanuel Radnitzky, nasce a Philadelphia il 27 agosto del
1890. I suoi genitori emigrano dalla Russia negli Stati Uniti durante
gli anni Ottanta. Nel 1897 la famiglia si trasferisce a Brooklyn, New
York, dove Emmanuel inizia ad interessarsi di arte e architettura.
Finiti gli studi nel 1908, Emmanuel è attratto dalle gallerie e
musei di Manhattan e diventa un visitatore regolare della Galleria
291 di Alfred Stieglitz, dove è introdotto al concetto di fotografia
come arte ed entra in contatto per la prima volta con il modernismo
europeo. Nel 1912 la famiglia Radnitzky cambia il proprio cognome in
Ray ed Emmanuel decide di adottare una versione abbreviata del
proprio nome, Man. Da questo momento in poi firma le sue opere con
Man Ray (spesso abbreviato in MR).
Nel 1913 Man Ray lascia la sua
casa per vivere con una comunità di artisti a Ridgefield, New
Jersey, dove incontra, e presto sposa, la poetessa belga Donna
Lecoeur, pseudonimo Adon Lacroix, che lo introduce alle opere dei
poeti francesi Mallarmé, Rimbaud e Apollinaire. Nell'estate del 1915
l'artista francese Marcel Duchamp visita la comunità, e Duchamp e
Man Ray diventano amici e collaboratori. A Ridgefield l'opera di Man
Ray diviene sempre più astratta e le sue tele sempre più grandi,
dedicandosi alla fotografia per documentare le sue opere. Dopo aver
lasciato Ridgefield ed essersi trasferito a New York, Man Ray inizia
a guadagnarsi da vivere proprio con la fotografia, realizzando
ritratti e documentando le opere di altri artisti allo scopo di
arrotondare gli scarsi guadagni provenienti dalla vendita dei suoi
dipinti. Nel 1921 Marcel Duchamp ritorna in Francia e invita Man Ray
a raggiungerlo. Parigi è, a quel tempo, il centro del mondo
artistico e Man Ray, insoddisfatto dall'accoglienza riservata alla
sua opera a New York, annuncia ben presto la sua intenzione di
trasferirsi laggiù.
Parigi
(1921-1940)
A
Parigi Man Ray è subito adottato dai dadaisti. Inizia a lavorare
come fotografo professionista e con il tempo diviene un collaboratore
di "Harper's Bazar", "Vogue", "Vu",
"Vanity Fair" e altre riviste famose. Al crescere della sua
popolarità, anche la sua clientela si espande fino a comprendere
esponenti dei livelli più alti della società francese. Sebbene in
quegli anni Man Ray sia noto soprattutto per i ritratti, è allora
riconosciuto come artista della fotografia grazie ai suoi rayogrammi.
La solarizzazione è un altro importante elemento della fotografia di
Man Ray e molti dei suoi ritratti combinano questa tecnica con l'uso
di retini per diffondere l'immagine stampata. Ormai fotografo
affermato, attività alla quale dedica sempre più tempo, l'artista
Man Ray vive tuttavia un crescente sentimento di frustrazione.
Negli
anni Trenta Man Ray diminuisce progressivamente il suo impegno come
fotografo per tornare ad occuparsi di pittura e a collaborare con
altri artisti. Il clima politico in Europa sta cambiando con segnali
di conflitto sempre più marcati provenienti dall'Italia e dalla
Germania. Le opere risalenti a questo periodo riflettono la tensione
del momento e l'urgenza che lo spinge a continuare a lavorare. Nel
giugno del 1940, quando il governo francese crolla e dichiara
l'armistizio, molti degli amici di Man Ray hanno già abbandonato
Parigi. Durante le sue ultime quattro settimane di permanenza nella
capitale francese, Man Ray lavora in modo frenetico per mettere al
sicuro le sue opere e quindi inizia il lungo viaggio verso sud. Il 6
agosto si imbarca da Lisbona per gli Stati Uniti e dieci giorni dopo
giunge a Hoboken, New Jersey.
Photo Man Ray |
Los
Angeles (1940-1951)
Per
Man Ray, allora cinquantenne, aver abbandonato la Francia ha
significato abbandonare ogni certezza, un'attività di successo, gran
parte del lavoro di una vita, amici e affetti. A New York, sentendosi
depresso, Man Ray accetta l'offerta di un amico di attraversare con
lui in macchina gli Stati Uniti. Il mattino successivo al suo arrivo
a Los Angeles, Man Ray telefona a Juliet Browner, una modella del
Bronx, New York, che lo raggiunge immediatamente e insieme vanno a
vivere in un appartamento al 1245 di Vine Street, trasformato nello
"Studio Man Ray". Man Ray e Juliet si sposano nel 1946,
durante una cerimonia nuziale doppia insieme alla coppia di amici Max
Ernst e Dorothea Tanning.
Nonostante abbia diverse opportunità di
mostrare i suoi lavori in California, Man Ray non è considerato
seriamente come pittore. Ignari del suo coinvolgimento nell'ambiente
artistico europeo, i critici lo considerano un imitatore. In
California Man Ray prende le distanze dalla fotografia pubblicitaria,
si dedica a ricreare molte delle opere da lui credute perdute durante
la guerra e riprende la sua antica passione per gli scacchi,
disegnando diverse scacchiere. Il soggetto principale di Man Ray
durante gli anni californiani è Juliet, ritratta e fotografata con
affetto, intensità e delicato umorismo. Conclusa la guerra in
Europa, Man Ray apprende dagli amici che le sue opere e i suoi beni
sono al sicuro ed è invitato a far ritorno alla sua terra
d'adozione. Man Ray e Juliet lasciano Los Angeles e il 15 marzo
s'imbarcano per la Francia da New York.
Parigi
(1951-1976)
Gli
anni Cinquanta trascorsi a Parigi sono per Man Ray un periodo di
rinnovata e intensa attività. Sebbene dichiari di non voler più
occuparsi di fotografia, continua a realizzare ritratti e a
sperimentare con il colore e la fotografia istantanea. Fino a tutti
gli anni Sessanta Man Ray continua a produrre bozzetti, preferendo
l'inchiostro su carta, e a dipingere. Il riconoscimento alla sua
opera arriva con l'assegnazione di una medaglia d'oro alla Biennale
di Venezia del 1961 e l'inclusione delle sue opere
nell'importantissima mostra Dada, Surrealism, and their Heritage al
Museo di Arte Moderna di New York nel 1968. Nel 1976 il governo
francese gli assegna l'Ordine per merito artistico. In seguito a
questi riconoscimenti, il mercato delle sue opere si allarga
notevolmente e Man Ray inizia a riprodurre i suoi primi dipinti sotto
forma di litografie e a creare copie dei suoi oggetti unici.
Durante
gli anni Settanta, malgrado malato d'artrite, Man Ray continua a
lavorare quotidianamente nel suo studio. Nel novembre del 1976 è
ricoverato in una clinica privata in seguito a problemi respiratori e
a uno stato di generale debolezza. Il 18 novembre, con accanto
Juliet, muore nella sua casa ed è sepolto nel cimitero di
Montparnasse. Per il decimo anniversario della sua morte Juliet fa
erigere un monumento nel quale lei stessa sarebbe poi stata sepolta.
Sulla lapide di lui fa incidere la frase seguente: "Unconcerned
but not indifferent - Man Ray - 1890-1976 - love Juliet". Sulla
propria lapide, sotto una foto che la ritrae assieme al marito,
Juliet fa porre queste parole "Juliet Man Ray - 1911-1991 -
together again".