Indro Montanelli nasce a Fucecchio il 22 aprile 1909 da Maddalena Doddoli e Sestilio Montanelli. Passa l'infanzia nel paese natale e spesso è ospite alle "Vedute", presso la villa di Emilio Bassi, sindaco di Fucecchio per quasi un ventennio nei primi anni del Novecento. A Emilio Bassi, che spesso considerò come un "nonno" adottivo, resterà legato tanto da volere che a lui fosse cointitolata la Fondazione costituita nel 1987.
Il padre, preside di Liceo, è trasferito prima a Lucca, poi a Nuoro, dove il giovane Indro lo segue. Seguendo ancora gli spostamenti del padre, frequenta il liceo a Rieti.
Si iscrive quindi alla facoltà di giurisprudenza a Firenze, ma trascorre periodi in Francia, a Grenoble e a Parigi, dove inizia l'apprendistato giornalistico collaborando a "Paris soir".
Oltre che in Giurisprudenza ottiene anche la laurea in Scienze Politiche.
Nei primi anni Trenta aderisce alle ideologie anticapitalistiche e antiborghesi; entra in contatto con Berto Ricci e collabora con "L'Universale". In questo periodo conosce Leo Longanesi che riconoscerà sempre come suo maestro di giornalismo.
Nel 1935, nelle edizioni del Selvaggio, esce il suo primo libro "Commiato dal tempo di pace". Passa in Canada come corrispondente di Paris Soir e per integrare i guadagni tiene conferenze per le comunità italiane locali e fa anche il contabile in una fattoria finché viene assunto dall'Agenzia di New York dell'United Press.
1935-1936 Partecipa come volontario alla guerra di Etiopia, da dove invia le sue corrispondenze di guerra che saranno raccolte nel volume "Ventesimo battaglione eritreo" ("Sono nato come giornalista nella guerra d'Abissinia"). Sul campo di battaglia si guadagna due decorazioni.
1937 E' in Spagna durante la guerra civile, come corrispondente del "Messaggero" di Roma. Il suo servizio sulla battaglia di Santander ("E' stata una passeggiata militare con un solo nemico: il caldo") è considerato offensivo per l'onore delle forze armate. Viene rimpatriato per ordine personale di Mussolini e sospeso dal Partito Fascista a cui non aderirà più. Nell'impossibilità di svolgere la professione di giornalista, ottiene il posto di direttore dell'Istituto di Cultura di Tallinn e di lettore di letteratura italiana presso l'Università di Dorpat in Estonia, dove resta per circa un anno.
1938 Rientra in Italia dove Aldo Borelli, direttore del "Corriere della Sera", gli offre un contratto di collaborazione per articoli di viaggi e di letteratura, evitando però temi politici. Viene quindi inviato in Albania per un servizio su quel paese alla vigilia della conquista italiana. Dalle corrispondenze inviate al Corriere nasce il libro "Albania una e mille" (1939).
1939 Nel mese di luglio viene inviato dal Corriere in Germania per seguire un gruppo di giovani fascisti che in bicicletta dovevano fare un giro di propaganda. Qui rimane fino allo scoppio della guerra, per spostarsi poi sul fronte dove assiste alla resa della Polonia. Ancora una volta è Mussolini in persona a deplorare gli articoli di Montanelli, che viene quindi costretto a ritirarsi di nuovo in Estonia. Qui viene sorpreso dall'invasione da parte dell'Unione Sovietica e si trasferisce quindi in Finlandia, a Helsinki. Ma anche qui giunge ben presto l'attacco da parte dei Sovietici che viene raccontato in diretta da Montanelli. Ormai, scrisse in "Qui non riposano", "Tutti cominciarono ad attribuirmi il potere taumaturgico di presentire le catastrofi e di sapermici trovare a tempo nel mezzo".
1940 Segue la guerra russo-finlandese fino al mese di marzo, quando i Sovietici si ritirano. In aprile si trasferisce a Oslo, ancora una volta mentre sta arrivando l'esercito tedesco. Anche qui le sue corrispondenze lo rendono sgradito sia ai Tedeschi che agli Inglesi di cui critica l'impreparazione. Costretto ad allontanarsi, alterna poi soggiorni in Svezia e in Norvegia.
Tornato a Roma, assiste alla dichiarazione di guerra da parte dell'Italia ed è inviato sul fronte francese; quindi si sposta attraverso Belgrado, Sofia, Bucarest e Budapest. Il 26 ottobre è richiamato a Roma, da dove viene inviato in Grecia a seguire la disastrosa campagna militare italiana. Si porta quindi in Iugoslavia dove assiste all'indipendenza del Montenegro. Finiscono qui le sue corrispondenze di guerra, anche se continua la sua collaborazione al "Corriere della Sera": "E così finì la mia carriera di corrispondente di guerra. Ne avevo abbastanza. Rientrando, chiesi al giornale di mettermi da parte".
1942 Il 24 novembre sposa a Milano Maggie De Colins De Tarsienne.
1943 E' ricercato perché accusato di aver scritto un articolo sugli amori del Duce, ma riesce a sfuggire all'arresto dei Fascisti.
1944 Il 5 febbraio viene catturato dai Tedeschi in Val d'Ossola dove cercava di raggiungere i partigiani del Partito d'Azione. E' processato, percosso e condannato a morte il 20 febbraio. Anche la moglie Maggie è arrestata e accusata di tradimento, in quanto austriaca, per non aver denunciato il marito. Rimane in carcere per tre mesi a Gallarate e poi a San Vittore, ma la sentenza non viene eseguita grazie all'interessamento del cardinale Schuster la cui mediazione era stata richiesta dal Vaticano su sollecitazione della madre di Indro, infaticabile nel tentare tutte le strade per salvare il figlio. Riuscito a fuggire di prigione, ripara in Svizzera dove rimane fino alle fine della guerra.
1945 Riprende il suo posto al "Corriere della Sera", a cui collabora con numerosi servizi specialmente sulla terza pagina. Nel dopoguerra escono i suoi libri di carattere satirico e di costume. Inizia poi nel 1957, con la Storia di Roma, la serie di volumi dedicati alla divulgazione storica, che ottengono un grande successo di pubblico, coprendo in oltre quarant'anni di attività tutta la storia d'Italia fino ai giorni nostri. Collabora anche a diversi periodici, tra cui "Il Borghese", spesso utilizzando pseudonimi.
1956 E' in Ungheria dove, ancora una volta, racconta in diretta un grande evento: la rivoluzione di Budapest e l'arrivo dei carri armati sovietici.
1973, novembre. Inizia la collaborazione con "Oggi", prima con la rubrica "La Stanza", poi con "I Dialoghi" e "Le domande di Oggi - Indro Montanelli risponde al direttore".
1974 Lascia il Corriere della Sera per incompatibilità con la linea politica seguita dal direttore Piero Ottone. Fonda il "Giornale nuovo" (il primo numero esce il 25 giugno), a cui collaborano firme prestigiose quali Enzo Bettizza, Egisto Corradi, Guido Piovene, Cesare Zappulli, tra gli italiani, e Raymond Aron, Eugène Ionesco, Jean François Revel, e François Fejto tra gli stranieri.
1974, 6 settembre Sposa Colette Rosselli.
1977, 2 giugno. Subisce a Milano un attentato da parte delle Brigate rosse. Gli attentatori otterranno in seguito il perdono di Montanelli.
1987 Viene costituita a Fucecchio la Fondazione Montanelli Bassi.
1994, 11 gennaio. Dopo mesi di contrasto con l'editore Berlusconi, che nel frattempo ha annunziato l'intenzione di scendere in politica, Montanelli insieme ad altri redattori lascia il Giornale e fonda "La Voce", il cui primo numero esce il 22 marzo. 1995, 12 aprile. "La Voce", a corto di capitali e di pubblicità, è costretta a chiudere. Montanelli torna al "Corriere della Sera", per il quale firma editoriali e tiene giornalmente una "Stanza" rispondendo alle domande dei lettori. Continuano intanto a uscire i volumi sulla "Storia d'Italia", curati insieme a Mario Cervi.
Muore a Milano il 22 luglio 2001. L'urna con le sue ceneri è deposta accanto alla tomba della madre nella cappella di famiglia a Fucecchio. Il suo studio romano e quello milanese sono trasferiti presso la Fondazione Montanelli Bassi dove sono visitabili insieme ad altre testimonianze.