Molti
pensano che lo faccia apposta a non parlare mai del film al quale sto
lavorando. In realtà non è una tattica pubblicitaria ma è dettata
solo dal fatto che non mi piace parlare di qualcosa che non ho ancora
fatto o completato: sarebbe parlare delle intenzioni e queste possono
cambiare in qualsiasi momento.
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In Italia non c'è più opinione pubblica. Non parlo dell'opposizione, ma di qualcosa o qualcuno trasversale ai partiti, che comunque si riconosca in comuni valori democratici. E che, come succede in altri paesi, dovrebbe "punire" - mettiamoci le virgolette, per carità - un capo del governo che non ha senso dello Stato, che non va alle celebrazioni del 25 aprile, che aggredisce la magistratura, che ha come braccio destro un condannato per corruzione e come braccio sinistro un condannato per concorso in associazione mafiosa. E invece passano concetti come "agli italiani non interessa il conflitto di interessi, visto che hanno fatto vincere Berlusconi". Sì, ma interessa alla democrazia... La maggioranza delle persone, e non solo a destra, ormai considera normale che un uomo abbia il monopolio della tv, faccia politica e sia anche capo del governo. La sua vittoria è questa: ormai la bassa qualità della democrazia italiana è considerata un fatto normale, marginale.
(da
Io, Veltroni e il Caimano)
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Va sfatato il mito del Berlusconi grande comunicatore, cosa che può essere chiunque con tre televisioni.
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Da una
Intervista realizzata da Francesco Azzini, Lavinia Rosso e Valentina
Ielo - Marzo 1996, Firenze
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Non ho fatto
scuole di regia e non ho fatto scuole di recitazione e non ho fatto
nemmeno l’aiuto regista anche se l’ho chiesto all’inizio,
quando avevo diciannove anni, venti anni. Quand’ero a scuola l’ho
chiesto a molti registi con i quali mi sarebbe piaciuto lavorare, dai
fratelli Taviani a Peter Del Monte a Bellocchio.Per fortuna tutti mi hanno detto di no dico per fortuna perché poi forse che ne so magari avrei fatto l’aiuto regista e non il regista perché sono due mestieri diversi. Ti può aiutare fare l’aiuto ma non è detto che si impari il mestiere del registi.
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Ad una
ragazza ed un ragazzo che vogliono fare cinema gli auguro di avere
fortuna perché ci vuole…gli auguro di avere talento che ci vuole
anche quello e infine li inviterei ad essere molto determinati perché
ci vogliono forse queste tre cose: fortuna talento e determinazione,
testardaggine perché il cinema come il teatro la letteratura ed il
giornalismo sono mondi, sono campi così aleatori per cui è
importante la tenacia ecco!
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Io ho
iniziato con il super otto. Quando avevo vent’anni c’era il super
otto ed ho fatto i miei primi cortometraggi ed un lungometraggio “Io
sono un autarchico” che al di là dei risultati chiamiamoli
espressivi o artistici che io non voglio e non sono in grado di
giudicare, da un punto di vista organizzativo lo considerai un
miracolo! Riuscire a realizzare un lungometraggio narrativo in super
otto era un’impresa! Il super otto veniva usato per fare dei
documentari od i filmini delle vacanze oppure dei film militanti dove
si vedevano delle manifestazioni dove magari fuoricampo c’era un
commento parlato o della musica; però fare un film di finzione
addirittura un lungometraggio in questo formato era considerata una
cosa impossibile quindi fu un risultato eccezionale dal punto di
vista organizzativo e produttivo.
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Consiglierei
ad un ragazzo e ad una ragazza che vogliono fare dei film
innanzitutto di trovare delle persone che sono nelle stesse loro
condizioni, ragazzi che vogliono fare gli attori, altri che vogliono
fare il direttore della fotografia e la produzione altri ancora che
vogliono fare gli sceneggiatori. Bisogna riuscire a trovare delle
persone con cui lavorare insieme e così magari scrivere insieme la
sceneggiatura perché l’isolamento a volte può essere esaltante ma
è anche molto faticoso e può diventare noioso. Trovare, qiundi, dei
ragazzi che vogliono fare questo lavoro e rendersi conto delle
proprie possibilità perché facendo si capisce se si è adatti e si
ha talento e poi sbagliando si impara ecc…ecc…ecc…
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