Franco Fontana




La fotografia è la mia vita come credo per uno scrittore è fare i romanzi, per un compositore musica. Una parte del mio lavoro è quello su committenza; ho fatto calendari e lavori in tutto il mondo non solo in Italia, anche in America, in Giappone, in Francia.
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… il lavoro di creatività che è sempre comunque una presenza dell'intelligenza, una nota distintiva della personalità che è fatta di tante cose di invenzione, emozione, fantasia, agilità, versatilità. La creatività è un pensiero avventuroso che fa un po' a pezzi le regole. A questo sono arrivato interpretando il mondo che mi circonda che è fatto di persone, paesaggi, cieli, colori.
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Il segreto è rendere visibile il visibile non l'invisibile che non si può rendere visibile. L'invisibile non lo rende nessuno. Allora rendere visibile il visibile vuole dire fare vedere quello che tutti vediamo in modo da farlo veramente vedere. Non solo guardarlo, farlo vedere.
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(del paesaggio) La mia è un'operazione di cancellazione in favore di un'elezione.
Quello che rimane è un "paesaggio" tra virgolette che non ha località. Uno dei miei paesaggi è stato usato per esempio dal ministero della cultura francese per le loro ambasciate nel mondo. Il paesaggio però era fatto in Italia, ma in qualche modo universale.



Photo Franco Fontana



Quando i critici fanno dei rapporti non li fanno mai con i fotografi, ma con i pittori. Io dai fotografi non ho assimilato assolutamente niente.
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Bisogna sempre rimanere allievi se si vuole crescere, perché quando si è maestri si arriva al traguardo. Invece io ci tengo tutte le mattine ad alzarmi e vivere ogni giorno per quello che vale, perché non torna mai più. È la mia logica. Cambiare per rimanere quello che sono.
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Io dico sempre a chi segue i miei corsi: tenetevi bene in mente che in qualunque posto del mondo andate, quello che trovate è quello che portate dentro di voi. Non potete vedere altro se non quello che avete già visto dentro di voi.
Dall'intervista di Cristiana Filtri

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