Se
quel Bari-Inter non ci fosse stato sarei diventato un rapinatore, o
uno scippatore, comunque un delinquente. Molte persone che conosco
sono state arruolate dai clan. Quella partita e il mio talento mi
hanno portato via dalla prospettiva di una vita di merda.
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Giocavo tra le bancarelle, tutti mi volevano in squadra con loro e scommettevano 10, 15 o 20 mila lire sulla squadra dove giocavo io. Io mica ero trimone, mica ero scemo: volevo il grano io, dovevano darmi la percentuale.
Giocavo tra le bancarelle, tutti mi volevano in squadra con loro e scommettevano 10, 15 o 20 mila lire sulla squadra dove giocavo io. Io mica ero trimone, mica ero scemo: volevo il grano io, dovevano darmi la percentuale.
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A
scuola avevo due in tutte le materie. Un risultato straordinario,
ottenuto grazie a un impegno costante. Sono stato bocciato sei volte,
tra elementari e medie.
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Ero
povero, ma tengo a precisare che nella mia vita non ho mai lavorato.
Anche perchè non so fare nulla. A oggi mi sono fatto 17 anni da
disgraziato e 9 da miliardario. Me ne mancano ancora 8 prima di
pareggiare.
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Quattro
fidanzate in 11 anni sono poche. In compenso ho avuto qualche altra
avventura. Diciamo tra 600 e 700 donne, una ventina delle quali
appartengono al mondo dello spettacolo.
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Spesso
ho giocato grandi partite dopo aver fatto sesso. Andatevi a vedere
Roma-Juve 4-0. Avevo fatto le sei la domenica mattina, con una delle
tante amiche che avevo in quel periodo. A Madrid era ancora più
facile, perchè eravamo in albergo, tutti sullo stesso piano, così
sopra e sotto potevi invitare chi volevi e raggiungerla nel cuore
della notte. Avevo un cameriere amico. Il suo compito era portarmi
tre o quattro cornetti dopo aver trombato. Portava i cornetti sulla
scala, io accompagnavo quella là e facevamo lo scambio: lui
prendeva la tipa, io mi sfondavo di cornetti. Sesso più cibo, la
notte perfetta.
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Non
ho mai fatto cilecca, a meno che per cilecca non si attenda appunto
essere veloci e un po' egoisti.
Alcuni
aforismi tratti dal libro “Le Mattine non servono a niente”,
Antonio Cassano con Pierluigi Pardo, ed. Rizzoli.
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Ebbene
sì, sono il primo che ha scritto più libri di quanti ne abbia
letti.
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La
buona volontà è fondamentale. Ho fatto decisamente prima a fare
pace con Delneri che a capire che cazzo stesse dicendo.
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Comunque
andrà a finire, tiferò sempre per la Nazionale. Sono del luglio
1982. Nella culla avevo il tricolore in mano.
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Quando
ero tra le bancarelle di Piazza del Ferrarese, a petto nudo, e
dribblavo tutti, avevo un solo pensiero in testa. Non erano i soldi,
e nemmeno le macchine. Non certo le donne e neanche il Pallone d'Oro.
Quel sogno era vincere con la Maglia Azzurra. E non ho ancora
cambiato idea.
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Non
essere impulsivo. Fai come me. Prima di esplodere, conta sempre
almeno fino a 1…
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Nel
calcio nessuno dice la verità. Solo io e pochi altri. Non conviene
mai, ma chissenefrega!
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Mia
madre si è talmente abituata a essere insultata dai tifosi avversari
che, se non lo fanno, quasi ci rimane male. Si sente trascurata…
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Gli
altri si allenano per vincere gli scudetti, io gioco per essere
felice.
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Essere
terrone significa essere perfetto, saper vivere nella ricchezza e
nella povertà, parlare con la brava persona e il delinquente: in
pratica vivere tante vite, come me.
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Se
vuoi fare colpo su una donna, regalale 500 rose.
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Dall'intervista
concessa a «Studio Sport» di Italia 1 e pubblicata sul sito di
Mediaset - 5 Aprile 2012
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Ho
avuto paura di morire e anche passata quella, ho pensato di smettere
con il calcio... ma ora sono pronto a tornare...
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Per
circa 36 ore non ci ho capito più nulla, facevo fatica a parlare,
non ricordavo cosa mi succedeva, ma l’importante, ora, è che sia
tutto passato: dal Real Madrid al Barcellona, da Mourinho a Del Neri
e anche Iniesta, tutto il mondo mi ha chiamato. Ho capito quanta
gente tenga a me, prima come uomo che come calciatore.
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La
cosa fondamentale per me era tornare a vivere, ma una grande spinta
per rientrare sui campi me l’ha data anche Cesare Prandelli. È
stato fondamentale per il mio recupero: l’ha sempre detto a tutti e
specialmente a me che mi avrebbe aspettato fino all’ultimo momento.
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Se
sono curioso di rivedere come sono i miei piedi? Quelli sono sempre
buoni, è la forma fisica che bisogna valutare, se sono ingrassato.
Se torno è sto bene allora ok, se mi accorgo che non sto più bene
ringrazio tutti e me ne vado a casa: voglio che la gente si ricordi
del Cassano buono, non voglio fare compassione.
Giocare
contro Messi è dura: puoi essere Cristiano Ronaldo, Rooney, Cassano
o Ibrahimovic ma se Messi sta bene allora è molto dura...
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Non
so se sia vero quello che si dice, però penso che se qualcuno possa
truccare le partite, questa persona è senza morale e dignità: deve
stare fuori dal calcio, nemmeno ad allenare i ragazzi. Fuori.
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